Festival di SanremoMúsica Italiana

SANREMO 2020: Tiziano Ferro canta Mia Martini e si commuove

Ad aprire le danze è Fiorello, che vestito da sacerdote  benedice il Sanremone numero 70. «Scambiatevi un segno di pace», dice Fiore che poi elenca quattro disgrazie. E l’ultima è proprio Sanremo.  «Questo festival è a rischio 15%, per questo mi sono vestito così, questo è l’abito originale di Don Matteo, solo questo garantisce il 30%, con me arriviamo al 40%». Poi introduce «l’amico mio, uno che ha il talento di mettersi contro tutti – dice riferendosi ad Amadeus – mia madre mi ha detto “Stai attento a quello che dici, sennò finisci come lui”. C’è stata una moria di ospiti, fuggivano tutti, nemmeno fossero elettori del M5s. Qualcuno doveva aiutarlo: io sarò al suo fianco, sarò il suo Rocco Casalino». E dopo aver invitato il pubblico a intonare “Amadeus” sulle note di Alleluja lo presenta.  Dopo qualche parola di Ama sul palco torna Fiore che dice all’amico: «Questi sono gli ultimi attimi della tua carriera. Ti tolgono anche I soliti ignoti».

Si entra subito nel vivo della gara delle Nuove Proposte: Gli Eugenio in via di Gioia si confermano degli ottimi performer eseguendo al meglio Tsunami. Tecla però li batte cantando 8 marzo (con un po’ di sconcerto da parte nostra). Seconda sfida: Fadi contro Leo Gassmann. Vince il secondo con Vai bene così. 

È la volta di Tiziano Ferro che intona Nel blu dipinto di blu in una versione swing un po’ banale. Finalmente, dopo circa 45 minuti, si passa alla sfida dei big. La prima è Irene Grandi che con il pezzo scritto da Vasco e Curreri, molta grinta e una voce graffiante, può puntare in alto.

Amadeus presenta Diletta Leotta: è bella, è simpatica ed è laureata in giurisprudenza. Naturalmente non mancano le metafore calcistiche. Tanto per cambiare. Il ritmo dello show è buono, si procede spediti con Marco Masini, che al piano canta Il confronto. Il cantautore fiorentino, sempre più hipster, la porta a casa con onesta professionalità. «Bentornata, Rita!», gridano alla Pavone dalla platea. Niente (resilienza ‘74) è il brano che canta con grinta e con un’energia da ragazzina. A fine canzone, l’Ariston le dedica una standing ovation.

Ed ecco la seconda compagna di viaggio di questa sera di Amadeus, Rula Jebreal: «Queste scale sono emozionanti, ma quelle che mi hanno portato in Italia 20 anni fa sono quelle più commoventi». Dopo, una frecciatina ad Ama: «Stasera cerchiamo di non fare gaffe», tocca a lei presentare Achille Lauro.

Il look di Achille meriterebbe un capitolo a sé: scalzo con mantello a strascico, che poi cade per lasciare spazio a una tutina-canottiera-pantaloncini dorata e glitterata. Se fossimo in una sfilata di moda avremmo agio a definirlo «ensamble custom made, body e shorts in strass nude» di Gucci. Un vero show.

Dopo l’esuberante Lauro arriva il più misurato Diodato con la sua delicatissima Fai rumore. Di scuro vestito accarezza il pubblico con la sua bella voce. È una delle nostre canzoni preferite tra quelle in gara. Diretto da Peppe Vessicchio, per lui fragoroso applauso dell’Ariston, Le Vibrazioni propongono una ballad old school: Francesco Sarcina canta Dov’è, mentre un traduttore traduce il testo nella lingua dei segni. Una bella trovata.

Torna Diletta per l’immancabile siparietto brillante, con la conduttrice di Dazn che replica un suo collegamento tra i due tempi di una partita di calcio e trasforma Amadeus in Amadinho. Romina Carrisi presenta mamma Romina Power e papà Al Bano (per poco non ci scappa la ruzzolata dalle scale), lei era nella pancia materna quando 33 anni fa la coppia si presentò in gara con Nostalgia canaglia, ricantata questa sera. E poi via di medley, nemmeno fossimo in piazza Rossa. Il pubblico del teatro gradisce.

L’esibizione si chiude con l’inedito scritto da Cristiano Malgioglio e Romina (e cantato in playback), Raccogli l’attimo.

E riecco Fiorello che fa fare ad Amadeus le imitazioni di Sandy Marton e Adriano Clentano. La parola torna alla Leotta che presenta Anastasio e la sua Rosso di rabbia. Siamo in pieno territorio rap-rock con echi di Salmo e delle sue produzioni.

Impegnativa anche per Tiziano Ferro Almeno tu nell’universo di Mia Martini, che è il secondo momento dell’ospitone fisso di questa edizione. Dopo l’esibizione scoppia in lacrime commosso: «È la prima volta che un uomo canta questa canzone, ho voluto farla anche sa verso la fine, lo ammetto, mi sono un po’ perso».

Il «sei bellissima» detto da Amadeus a Diletta le dà il via per il monologo sulla bellezza: «Sarei ipocrita a dire che il mio aspetto non conta». La sua diventa una dichiarazione d’amore per la nonna seduta in prima fila e una riflessione sul tempo che passa. Un monologo un filo lungo eh.

Mentre i cantanti in gara che si sono esibiti sono appena sette, arriva il cast del film di Gabriele Muccino Gli anni più belli. E si sono fatte le undici e mezza passate. Con omaggio a Claudio Baglioni e la sua Tu come stai.

Elodie si presenta sul palco con una misé mozzafiato. Andromeda si muove in pieno territorio Mahmood-Stardust, che ne sono gli autori. Non una canzone immediata, ma di sicuro successo radiofonico.

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