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CORRIERE DELLA SERA: Napolitano celebra 25 aprile. “Uscire da contrapposizioni”

MILANO – Per Giorgio Napolitano «il 25 aprile non è solo Festa della Liberazione: è festa della riunificazione d'Italia». Nel suo intervento al Teatro La Scala per il 65mo anniversario della Liberazione, il Presidente della Repubblica ha rievocato lo spirito che animò i Costituenti e auspicato che questo anniversario sia celebrato con «una rinnovata identità e unità della nazione italiana». «Mi auguro che con questo spirito si celebri il 65mo anniversario della Liberazione e della riunificazione d'Italia», ha affermato Napolitano, il quale ha citato un brano del discorso pronunciato da Silvio Berlusconi, presente in platea, lo scorso 25 aprile a Onna, in Abruzzo. «Il nostro Paese ha un debito inestinguibile – ha detto un anno fa in un impegnativo discorso ad Onna il presidente del Consiglio – verso quei tanti giovani che sacrificarono la vita per riscattare l'onore della patria». Berlusconi – ha ricordato Napolitano, ricordò «con rispetto "tutti i caduti, senza che questo significhi neutralità o indifferenza"». «Si tratta in effetti – ha sostenuto il Capo dello Stato – di celebrare il 25 aprile nel suo profondo significato nazionale; ed è così che si stabilisce un ponte ideale con il prossimo centocinquantesimo anniversario della nascita dello Stato unitario».

SUPERARE LE CONTRAPPOSIZIONI – L'esigenza di uno sforzo collettivo, ha sottolineato il capo dello Stato, «non può essere respinta, quello sforzo non può essere rifiutato come se si trattasse di rimuovere ogni conflitto sociale e politico, di mortificare una naturale dialettica, in particolare tra forze di maggioranza e forze di opposizione». Non è questo, dice il presidente della Repubblica, ma la richiesta di superare quell'insieme di contrapposizioni «che blocca il riconoscimento di temi e impegni di più alto interesse nazionale, tali da richiedere una limpida e mirata convergenza tra forze destinate a restare distinte in una democrazia dell'alternanza».

IL «NUOVO CLIMA» – Occorre insomma creare «questo nuovo clima» e a ciò possono contribuire i cittadini, «può contribuire non poco il diffondersi tra gli italiani di un più forte senso dell'identità e unità nazionale. Così ritengo giusto che si concepisca anche la celebrazione di anniversari come quello della Liberazione, dunque al di là degli steccati e delle quotidiane polemiche che segnano il terreno della politica». «Le condizioni sono ormai mature – ha concluso – per sbarazzare il campo dalle divisioni e incomprensioni a lungo protrattesi sulla scelta e sul valore della Resistenza, per ritrovarci in una comune consapevolezza storica della sua eredità più condivisa e duratura. Vedo in ciò una premessa importante di quel libero, lungimirante confronto e di quello sforzo di raccoglimento unitario di cui ha bisogno oggi il Paese, di cui ha bisogno oggi l'Italia». Il passaggio finale è stato salutato da un lungo applauso.

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