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Intervista all’avvocato Angelo Greco: “Bisogna imparare ad essere imprenditori”

Intervista all'avvocato Angelo Greco, in occasione dell'uscita del suo nuovo libro "La legge per tutti. Il libro di diritto che parla la tua lingua"

Chi non si è trovato a porsi domande su argomenti come gestire un divorzio o una separazione, redigere un testamento, gestire l’affitto o la vendita di un immobile, quali sono i diritti e i doveri di chi abita in un condominio, oppure quelli legati alla convivenza o all’unione civile?

A queste domande risponde da anni l’avvocato Angelo Greco, fondatore e direttore del sito web La Legge per Tutti, volto noto del piccolo schermo, oggi divulgatore della cultura forense attraverso vari canali web, da YouTube ai social. E autore di un nuovo libro, La legge per tutti. Il libro di diritto che parla la tua lingua, edito da Gribaudo per il gruppo Feltrinelli Editore, un vero e proprio testo di riferimento per tutto ciò che interessa la legge e il cittadino.

Il libro è strutturato in faq per macroargomenti e spiega senza tecnicismi il mondo delle questioni legali, attraverso risposte e tutorial pratici che coprono temi legati alla famiglia, successioni, casa, fisco, lavoro e molto altro ancora. QuiFinanza ha intervistato l’autore, che si definisce “avvocato non per passione ma per missione”, per capire come ha trasformato con enorme successo il suo lavoro di avvocato in divulgatore del web.

Come è nata l’idea del libro?

Anche se il sito laleggepertutti.it è il più visitato in Italia in materia legale e ogni giorno offre centinaia di migliaia di risposte agli utenti che cercano in rete la soluzione ai propri problemi, c’è ancora una larga fetta della popolazione che non usa il web per la consultazione e si fida dei “consigli” ricevuti dagli amici, del passaparola. O semplicemente è costretta ad andare da un avvocato. Il libro viene incontro sia a chi vuole una sistematica spiegazione del diritto italiano a FAQ, sia a chi non è pratico della rete. Insomma, anche chi consulta laleggepertutti.it può trovare nel libro un valido supporto pratico e di facile consultazione, che offre subito la risposta più semplice, immediata e soprattutto aggiornata. Peraltro il libro è diviso per aree tematiche e per problemi, sicché la sua consultazione è molto intuitiva.

Lei è stato il primo a pensare di “tradurre” la legge in parole semplici e chiare, di diffondere la conoscenza giuridica anche a chi non ha studiato Giurisprudenza: un’intuizione vincente, che però non le ha risparmiato le critiche di alcuni colleghi e addetti ai lavori. Come le ha affrontate?

Le critiche vanno accolte e ti servono per migliorare. Quelle però sterili mi sono servite per trovare lo stimolo ad andare avanti per dimostrare a tutti che la direzione intrapresa era quella giusta. In molti infatti si son ricreduti. Dall’altro lato, è anche vero che nessuno perde tempo a criticare qualcosa di insignificante, il che significava che qualcosa di importante stava nascendo. In ogni caso, come diceva Shakespeare, anche se tu sei più puro della neve e più cristallino dell’acqua dei fiumi, non sfuggirai alla calunnia (Amleto). Con umiltà bisogna saper accettare di non poter piacere a tutti. E peraltro gli indici dei motori di ricerca davanti il sito come uno dei più apprezzati: la maggioranza degli italiani è sempre stata dalla nostra parte.

Cosa l’ha portata a preferire la divulgazione del diritto rispetto all’avvocatura classica?

Io continuo a fare l’avvocato tradizionale. Ma accompagno questa scelta con quella della divulgazione. La divulgazione è una sorta di missione che si intraprende in nome della democrazia, della lotta all’ignoranza e quindi per creare una società migliore. Se poi riesci a trasformare il tuo sogno in un lavoro, che male c’è?

Oltre al linguaggio semplice e accessibile, quali sono gli altri punti di forza del suo approccio alla Legge? 

L’atteggiamento contrario a qualsiasi forma di auto-elitarismo nella comunicazione e nell’approccio con la gente. Il professionista è ancora vittima di un atteggiamento retrogrado che lo poneva una volta su un gradino al di sopra dell’uomo comune. E molti ancora esercitano una forma di snobismo intellettuale fastidioso. Lo vedo ai miei danni anche quando mi rivolgo, in veste di consumatore, ad alcuni professionisti. C’è poca empatia col prossimo.

Sito di consulenza legale, canale Youtube col progetto “Questa è la legge”, esperienza televisiva, forte presenza sui social e ora un libro di diritto che parla la lingua comune: quale mezzo di comunicazione preferisce? Quale pubblico la stimola di più?

La scrittura è la mia passione. Il video è nato dopo. Ma ho una personalità introversa, a dispetto di quanto appare. Tuttavia mi rendo conto che il video è una forma di comunicazione molto più immediata, diretta, efficace. Tant’è che è in forte crescita.

Come si trasferisce un’attività tradizionale come quella della consulenza legale sul web? Su cosa bisogna puntare?

Bisogna “essere presenti”, sempre e ovunque. Non bisogna lasciare nulla fuori dal proprio raggio di azione. Non bisogna disdegnare alcuni social a vantaggio di altri. Non bisogna parlare sui social come si parla con la clientela, bisogna dimenticarsi di essere ciò che si è e trasformarsi in ciò che gli altri vogliono che tu sia. Il che non significa rinunciare alla propria identità ma saper comunicare con ciascuno attraverso il linguaggio adeguato all’occasione. Ad una festa non ti esprimerai mai come ad un convegno.

Cosa si sente di consigliare ai giovani che vogliono intraprendere la carriera legale?

Si apprende la professione da chi ha esercitato l’attività in un’era ormai superata. Bisogna avere la capacità di capire che il mercato è cambiato e non tutti i suggerimenti degli “anziani” sono buoni, almeno per quanto riguarda la forma comunicativa e di marketing. So che questa espressione non piace ai professionisti, ma bisogna imparare ad essere degli imprenditori, ad organizzare il proprio lavoro e i propri strumenti con la malizia di chi esercita un’azienda. Solo così si può sopravvivere alla concorrenza, che è sempre più agguerrita e numerosa. Può non piacere, ma è la realtà. E chi ignora la realtà viene travolto. (Qui Finanza)

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