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CORRIERE DELLA SERA: Berlusconi: «I finiani saranno leali» Via libera del Senato alla fiducia

Il nodo politico era legato al voto della Camera. Incassata la fiducia a Montecitorio (con l'appoggio decisivo dei finiani), il governo Berlusconi ottiene uno scontato sì anche dal Senato: 174 i voti a favore e 129 quelli contrari. Presenti 305 senatori, votanti 303, la maggioranza richiesta era di 152. Più che per la prova dei numeri, dunque, il passaggio a Palazzo Madama serve a misurare gli umori della maggioranza. Prima dell'intervento di Silvio Berlusconi in aula, è Umberto Bossi ad allontanare l'ipotesi elezioni anticipate, tornata a circolare dopo il mancato raggiungimento della "quota 316" (senza Fli e Mpa): il leader del Carroccio risponde infatti «no» alle domande dei cronisti sulla possibilità che si vada presto al voto.

Dopodiché, il presidente del Consiglio consegna a Palazzo Madama lo stesso discorso pronunciato alla Camera. Il Cavaliere, nella breve premessa, promette che «i prossimi tre anni saranno la stagione delle riforme che tutti gli italiani attendono». «La maggioranza è più forte – dice. – La Camera mercoledì ha approvato il voto di fiducia con una maggioranza più ampia e articolata di quella del 2008. Questo conta e non confusi calcoli elettorali».

TANGENTOPOLI – Un discorso soft, quello di Berlusconi, che si limita a estendere quella che definisce «prevaricazione» della magistratura sulla politica anche al periodo di Tangentopoli. È una modifica rispetto all'intervento tenuto a Montecitorio, dove Bruno Tabacci gli aveva rimproverato di riferirsi «solo agli ultimi sedici anni» e quindi di non comprendere anche Tangentopoli, vicenda che Berlusconi, secondo Tabacci, ha sfruttato per «scendere in campo». «Possiamo ben dire che la prevaricazione della magistratura sulla politica è avvenuta negli ultimi diciotto anni. Io guardavo alla mia diretta esperienza politica», ha ribattuto il Cavaliere.

PONTE MESSINA – Berlusconi cita ancora la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. Di fronte ai fischi dell'opposizione, replica secco: «Avevamo già assegnato l'appalto a imprenditori italiani. La sinistra ha smontato e accantonato in 5 minuti ciò che noi avevamo costruito in 5 anni». «Abbiamo il dovere di continuare a governare, anche se non è facile, non è semplice – ripete il premier -. E tante volte verrebbe veramente la voglia di dire: lasciamo agli altri questo sacrificio», ha concluso il capo del governo.

LA REPLICA – Nel pomeriggio, Berlusconi torna in aula per la replica. E stavolta si tratta di un intervento decisamente più vivace rispetto a quello precedente («Stamattina si dormiva qui, ora ci divertiamo un poco…»). Il capo del governo sottolinea che «tutti confermano il sostegno concreto al governo. Tutti, anche chi ha fatto una scelta per me dolorosa di separazione» come il gruppo di Futuro e Libertà la cui «azione parlamentare sarà portata avanti all'insegna dello spirito «costruttivo e leale di sempre».

POLITICA ESTERA – Berlusconi parla di politica estera. «Devo una risposta al senatore Zanda. Ce l'ho qui. Secondo lui l'Italia non sarebbe tra i protagonisti della politica estera, sarebbe un paesucolo: si sbaglia di grosso». Berlusconi rivendica «risultati straordinari». «Domandi al presidente Putin e al signor Sarkozy come è andata la vicenda dei carri armati russi a 15 km di Tblisi» ha affermato. Sui rapporto con la Libia, il presidente del Consiglio dichiara che «non c'è stato nessun inginocchiamento», ma un «rapporto amichevole con un Capo dello Stato e il premier di una moderna democrazia». «La Libia non voleva più darci né gas né petrolio né commesse – afferma. – Oggi abbiamo gas e petrolio per 40 anni, commesse ed una festa dell'amicizia tutti gli anni». «E quando l'amministrazione repubblicana non mosse un dito e lasciò fallire Lehman Brothers, questo signore – rivendica ancora il premier – andò a Washington, restò un giorno intero a colloquio con il presidente americano e venne fuori la decisione di destinare 700 miliardi di dollari affinché le banche americane non fallissero, perché altrimenti sarebbe stato il disastro».

RIFIUTI E SCUOLA – A proposito del problema dello smaltimento dei rifiuti a Napoli, Berlusconi assicura che è «risolto definitivamente», e che i problemi di questi giorni «riguardano la raccolta», la cui responsabilità «ha un nome e un cognome: Rosa Russo Iervolino». E sulla scuola, il premier dichiara che è stata trasformata in un «ammortizzatore sociale» dalla sinistra.

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