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CORRIERE DELLA SERA: Brasile, Rousseff al ballottaggio

Si sono chiusi alle 23 di domenica (ora italiana) i seggi in tutto il Brasile per le elezioni presidenziali che eleggeranno il capo di Stato del dopo-Lula. Con il 96,6% delle schede, Dilma Rousseff ha avuto il 46,1% dei voti, a fronte del 33,02% di Josè Serra e del 19,9% della candidata del Partito verde, Marina Silva. È ormai matematicamente escluso che la Rousseff possa superare la soglia del 50% . Il ballottaggio del 31 ottobre sembra inevitabile. A ostacolare il trionfo immediato di Rousseff il risultato migliore delle attese della candidata dei verdi Marina Silva, che ha conquistato a sorpresa il 19,5% dei voti, circa sei punti in più di quanto pronosticato dai sondaggi.

LA "VITTORIA" VERDE – Per la 62enne Dilma, fin dal primo momento del dopo-voto si è capito che c'era qualcosa che non andava. Un exit poll, diffuso tra l'altro con un forte ritardo, l'ha data vincente ma solo al 51%, e per di più un margine di errore pari al 2%. Via a via che i centri elettorali rendevano noto lo scrutinio, risultava chiaro che la Rousseff non riusciva ad arrivare al 50% , fatto che si è poi riflesso nel clima che c'era in nottata nel suo quartier generale a Brasilia, dove regnava la tristezza. Serra (68 anni) ha avuto un lusinghiero 33% mentre Marina Silva – la candidata del Partito Verde – ha incassato quasi il 20% dei consensi, al di sopra delle aspettative, confermando così di essere la vera sorpresa della giornata.

POLEMICHE – Per il Pt, quanto accaduto domenica alle urne è un brutto colpo, visto che il partito fondato dal presidente-operaio nel 1980 era chiaramente ottimista, e contava con far diventare la Rousseff prima presidente mulher (donna) del Brasile. Nel calo dei consensi verso la Rousseff sembra aver pesato proprio l'ottima prestazione elettorale della Silva: fin dai primi dibattiti nella nottata, gli analisti si chiedevano se il Brasile è alle porte di una nuova ondata verde guidata proprio dall'ex ministro dell'ambiente di Lula. Le prime analisi del voto fatte rilevano l'impatto sull'elettorato derivante da un recente scandalo di corruzione che qualche giorno fa ha coinvolto la capo gabinetto e braccio destro della Rousseff, Erenice Guerra. C'è inoltre da tener presente il peso consistente che a quanto pare ha avuto lo screzio in questi giorni fra la Rousseff e la comunità evangelica – molto consistente in Brasile – a causa di una dura polemica sulle ambiguità evidenziate dalla candidata del Pt nelle tematiche dell'aborto e del matrimonio gay. Questo primo turno delle elezioni 2010 si chiude con una grande delusione per Dilma e per Lula: il quale da domani dovrà d'altra parte controbattere le critiche per aver scommesso tutto proprio sulla Rousseff, che ha però di fatto fallito il suo primo appuntamento politico di rilievo a livello nazionale.

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