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Donna uccisa in casa a Pesaro, il killer confessa: “Sabrina era mia amica, non so perché l’ho fatto”

Ha confessato al termine d’una notte di interrogatori, ammettendo di averla colpita a coltellate dopo una lite: «Non so perché l’ho fatto», ha ribadito dopo che per almeno un paio d’ore aveva provato disperatamente a negare. E’ un marocchino di 38 anni, Zakaria Safri, imbianchino, l’assassino di Sabrina Malipiero, la commessa cinquantaduenne trovata morta ieri mattina nella sua abitazione di Pesaro da uno dei figli. I poliziotti della squadra mobile sono risaliti al killer esaminando il cellulare della vittima e i contatti recenti, selezionando quelli più assidui negli ultimi dieci giorni ed escludendo i familiari e gli amici più stretti che erano già stati ascoltati nelle scorse ore. Il nordafricano, per il quale in queste ore è stata formalizzata l’accusa di omicidio volontario, è già noto alla forze di polizia, in particolare all’antidroga della questura di Pesaro e Urbino, ma non ha mai riportato condanne definitive.  

 

Secondo le prime informazioni avrebbe frequentato spesso la casa di Sabrina e lei gli aveva aperto in altri frangenti la porta senza problemi. Nell’ultimo incontro la situazione è degenerata – sebbene su questi aspetti la prima versione dell’aggressore fornita al pm Silvia Cecchi sia stata piuttosto generica – ne è seguito un brutale pestaggio e l’uomo ha sferrato due coltellate alla gola della cinquantenne, una delle quali l’ha raggiunta alla giugulare. L’assassino è poi fuggito con la Daewoo Matiz nera della vittima, trovata ieri sera in un’altra parte della città. 

 

Sabrina lavorava in una panetteria pesarese ed era madre di due figli grandi – Camilla di 26 anni e Stefano di 24 – da tempo separata dal marito. E’ stato proprio Stefano, dj piuttosto noto nella zona, a lanciare l’allarme. Ieri mattina poco dopo mezzogiorno aveva deciso di andare a trovare la madre, preoccupato poiché lei non rispondeva al cellulare. Aveva le chiavi dell’appartamento, posizionato in una zona periferica della città, ha aperto e ha trovato la mamma a terra, priva di vita. Ha chiamato il 118, ma non c’è stato nulla da fare. A quel punto sono scattate le indagini e gli investigatori si sono concentrati sulle frequentazioni recenti di Sabrina: una donna dall’allegria contagiosa, della quale non sono stati riferiti screzi recenti.  

 

La Mobile ha circoscritto le chiamate più frequenti delle ultime due settimane, risalendo al marocchino e focalizzandone i possibili movimenti, finché non lo ha intercettato sempre nel Pesarese. Sulle prime ha provato a negare, poi nel corso della notte ha ceduto davanti alle domande del pubblico ministero. Si era pensato che il massacro fosse avvenuto nella notte fra venerdì e sabato, ma il killer ha ribadito di aver incontrato e ucciso «l’amica Sabrina» venerdì pomeriggio. Il sospettato è stato inchiodato da due elementi in particolare: aveva le chiavi dell’auto della vittima, e sui sedili della vettura sono state trovate tracce di sangue. Sempre nell’opinione degli investigatori, Safri ha agito sotto l’effetto di stupefacenti, che consumava abitualmente.

 

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