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LA STAMPA: Brasile al voto, Rousseff favorita. “Se eletta Battisti sarà estradato”

L'erede di Lula potrebbe vincere già al primo turno diventandocosì la prima donna presidente.

La favorita, per cui non si esclude la vittoria già al primo turno, è Dilma Rousseff. Ex combattente contro la dittatura la Rousseff è l’erede del popolarissmo presidente uscente Luiz Inacio Lula da Silva, forte dei grandi progressi economici che hanno reso il Brasile l’ottava economia del Mondo.

Gli elettori sono 131 milioni su 190 milioni di abitanti. Le urne si chiuderanno alle 17 (le 22 in Italia). Oltre alla presidenza sono in palio 27 governatorati e tutti i 513 deputati della Camera e i 2/3 degli 81 seggi del Senato di Brasilia oltre a 1.059 representati alle assemblee dei singoli Stati. In tutte le cometizioni se nessun candidato supera il 50% dei voti si passerà al ballottaggio il 31 ottobre. Dilma Rousseff potrebbe diventare la prima presidente donna nella storia del gigante sudamericano.

Secondo l'ultimo sondaggio Vox Populi, la Rousseff vincerà al primo turno le elezioni col 55% dei voti validi, contro il 31% del suo rivale di centro, l’oriundo calabrese Josè Serra, e il 13% della "verde" Marina Silva. La pupilla di Lula è addirittura il 64% delle intenzioni di voto contro il 18% di Serra nelle regioni povere del "sertao" del Nord-est. «Lula ha portato il Brasile a un’altra prospettiva di futuro: sarà sempre ricordato», ha affermato la Rousseff nel partecipare ad una camminata con l’ex tornitore meccanico, che ha guidato il Brasile per questi ultimi otto anni, per le vie di S.Bernardo do Campo, la città satellite di San Paolo dove Lula si impose come sindacalista sotto la dittatura militare (1964-85). «Abbiamo l’opportunità di diventare una grande economia sviluppata, fra le più forti potenze mondiali – ha aggiunto – Ma io non credo in un paese del primo mondo che abbia una parte della sua popolazione relegata: per questo la mia meta è la continuità con Lula fino allo sradicamento della miseria».

Più prudente si è dimostrato Lula nelle sue previsioni per oggi: «Non ho alcun potere di dire quello che succederà. Solo sono convinto che il popolo brasiliano esprimerà una volontà di consolidamento del processo democratico. Domenica verrà dimostrato a qualsiasi golpista dell’Ecuador che non si deve pensare assolutamente di rovesciare un presidente eletto dal voto. È meglio che le persone non vadano d’accordo e discutano fino a raggiungere un accordo. Ma un presidente deve essere rispettato: e Rafael Correa è un grande presidente». Il socialdemocratico Serra è stato abbandonato all’ultimo momento da un alleato importante, il partito laburista brasiliano (Ptb), che ha lasciato liberi i suoi sostenitori di votare per chi vogliono. L’ex ministro dell’ambiente di Lula, la Silva, spera ancora che ci sia ballottaggio e che lei vada al posto di Serra con la Dilma al secondo turno del 31 ottobre. Ma il suo partito verde ha già detto che appoggerà Serra nel caso che sia il "tucano" (così sono chiamati i socialdemcratici in Brasile) a raggiungere il ballottaggio.

Il Supremo Tribunale Elettorale ha intanto inviato truppe a controllare i seggi di 253 comuni in 12 dei 27 stati brasiliani. Oggi si vota con il sistema delle urne elettroniche, il più avanzato del mondo, oltre che per 9 candidati a presidente, per 182 candidati a governatore, per 288 candidati a 81 seggi al Senato, 5.869 a deputato federale a 513 seggi al Congresso di Brasilia, 14.491 a deputato delle assemblee legislative dei singoli stati. La Rousseff verrà eletta presidente al primo turno se otterrà la maggioranza semplice di almeno il 50% più uno dei voti validi. Le urne si apriranno alle 8.00 (le 13 in Italia) e si chiuderanno alle 17 (le 22 in Italia). I primi risultati si sapranno alle 18 locali (le 23 italiane). «Faremo una grande festa non appena sappiamo il risultato delle elezioni – ha esclamato il sindaco di Gabrovo, Nicolai Sirakov – La nostra Rousseff è la favorita».

L’eventuale elezione di Dilma Rousseff a presidente del Brasile potrebbe essere una brutta notizia per Cesare Battisti. L’erede di Luiz Inacio Lula da Silva, data per favorita da tutti i sondaggi – a differenza del suo mentore – si è già espressa infatti a favore dell’estradizione in Italia dell’ex terrorista rosso dei Pac (Proletari Armati per il Comunismo) condannato a 4 ergastoli. La stessa Roussef si era pronunciata in tal senso il 24 giugno in un’intervista a Radio Bainderantes e al quotidiano Metro Campinas. «Si dovrà applicare la decisione del Supremo Tribanle Federale», aveva dichiarato, riferendosi al via libera all’estradizione concesso dalla massima assise giudiziaria brasiliana. Via libera caduto nel limbo per la scelta di non scegliere di Lula, cui fino a stasera spettava l’ultima parola.

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