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Inaugurato il Museo nazionale dell’Emigrazione italiana

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed il Presidente della Camera Gianfranco Fini, accompagnati dal Ministro per i beni culturali, Sandro Bondi, e dal Sottosegretario agli esteri, Alfredo Mantica, hanno inaugurato il Museo Nazionale dell’Emigrazione italiana al Complesso Monumentale del Vittoriano a Roma.

 

Il Museo, nato grazie all’impegno del Sottosegretario  Mantica con delega per le politiche concernenti gli Italiani all’estero  e delle competenti Direzioni generali del Ministero, ripercorre, anche in chiave multimediale, la nascita e lo sviluppo dell’emigrazione italiana dalla fine del 1800 sino all’attuale realta’ degli italiani nel mondo.

 

"Oggi che accogliamo gli immigrati e siamo diventati un paese di grande immigrazione – ha detto il Presidente della Repubblica – non dovremmo mai dimenticare di essere stati un paese di emigrazione’". Gli italiani, ha ricordato il Capo dello Stato, andarono all’estero "in condizioni durissime che non dovremmo mai dimenticare".

 

"Abbiamo seminato le tracce della presenza italiana  in tutto il mondo– ha sottolineato il Presidente – Quello che oggi e’ il patrimonio di simpatia e di amicizia per l’Italia, in tutti i Paesi che io ho visitato, ha anche il segno di quello che hanno fatto i nostri emigrati quando sono andati all’estero’’.

 

Il Museo nazionale dell’emigrazione – secondo il Sottosegretario Mantica – "e’ il tentativo di reinserire l’emigrazione nella storia d’Italia’", una storia che "’molti italiani non conoscono o considerano di serie B". Molti di quegli italiani "partiti siciliani, lombardi, veneti o abruzzesi, solo a destinazione capirono di essere italiani", ha aggiunto il Sott.

 

Mantica sottolineando che "oggi ci sono 50 milioni di persone nel mondo che hanno almeno 1/8 di sangue italiano. È giusto considerarli parte della Comunita".

 

Negli spazi espositivi  del Museo non ci sono soltanto le classiche valigie di cartone, cimeli di famiglia, vecchie cartoline ingiallite e fotografie, ma anche simboli e documenti di una emigrazione di artigiani, manodopera qualificata e commercianti, fino all'attuale realtà degli italiani nel mondo, tra imprenditoria e la cosiddetta 'fuga di cervelli'. A chiudere l'ultima sezione del percorso storico-cronologico, infine 60 scatti dedicati ai diversi volti degli immigrati che negli ultimi anni sono sbarcati in Italia, proprio a ricordare – ha spiegato Mantica – "che il dramma della miseria e della povertà non cambia".

 

All'iniziativa hanno aderito oltre 40 tra enti e fondazioni prestatori, decine di musei locali e numerosi privati, che per la prima volta hanno riunito in un'unica mostra a livello nazionale centinaia di oggetti e documenti. Tra le testimonianze che colpiscono il visitatore, l'avviso del prefetto di Castel Franco Veneto che nel 1896 vietava ai cittadini "qualsiasi operazione di emigrazione verso il Brasile" dove gli italiani avrebbero di fatto sostituito gli schiavi, il modellino del transatlantico 'Roma' varato nel 1926, gli spartiti dei canti dell’emigrazione o il libro di ricette 'La cucina napoletana per golosi o buongustai'.

 

Infine una biblioteca con 500 volumi, in cui, spiega il direttore del Museo , Alessandro Nicosia, "gratuitamente, qualsiasi studente o visitatore, può consultare i libri e documentarsi sull'emigrazione sperimentata dalla propria Regione".

 

Fonte: Ministero Affari Esteri

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