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Itália faz bonito no Mundial de Esgrima

A Itália conquistou o título entre nações do Mundial de Esgrima, fazendo belas apresentações entre os homens e as mulheres,mostrando que a tradição semantém em alta no país. 

 

Vejam a notícia feita por Stefano Semeraro no jornal La Stampa

 

Si chiude la rassegna iridata: Italia padrona con 4 titoli e 9 medaglie

 

Il metallo è lo stesso, l'alchimia per arrivarci diversa, quasi opposta. Ma il risultato non cambia. Dopo l'oro delle superstar del fioretto ai Mondiali di scherma di Antalya è arrivato anche quello delle spada femminile, 45-31 sulla Polonia in finale. E ci sono donne, sempre donne azzurre avanti, in questo 2009 italiano: i maschi della sciabola stavolta si sono dovuti accontentare dell'argento, sconfitti dalla Romania in una finale thrilling che pareva già infilzata (45-44), ma che è servita comunque a dare all'Italia la Coppa delle Nazioni.

 

Se quello di Vezzali & Co è stato l'incantesimo gettato contro la maledizione di un Dream Team fatto di primedonne che parevano negate per le imprese comuni, quella di Bianca Del Carretto, Nathalie Moelhausen e Cristiana Cascioli è la vittoria di un gruppo che viene da lontano, formato da talenti individuali che non contano i carati delle colleghe del fioretto ma che sanno fondersi in lega preziosa. Con l'eccezione della Cascioli, la più anziana, il link con la generazione precedente, è lo stesso gruppo che nel 2002 a Conegliano si era preso l'oro negli Europei giovanili, strappando un argento nell'edizione successiva a Porec. E che anche allora aveva lo stesso tecnico a preparare la pozione vincente, quel Sandro Cuomo, oro olimpico ad Atlanta, richiamato nel ruolo di alchimista delle sue ex ragazzine dopo la drammatica scomparsa, a dicembre, del ct Carlo Carnevali. Un legame evidentemente inossidabile. 

 

Stavolta a brillare più di tutte è stata la scaglia luccicante della Del Carretto. Freddissima, come le capita spesso, nel rimontare, in una semifinale vissuta sempre in svantaggio con la Francia, due stoccate all’apparentemente inarrivabile mito-Flessel: 28 pari, poi la botta decisiva, dopo due vantaggi comuni, nel minuto supplementare. Un killer istinct che la ligure aveva già usato nei quarti contro la Romania, nell'assalto decisivo contro la stella Ana Branza, finito 6-6 e deciso di nuovo da una priorità che aveva portato il conto sul 32-31 per l'Italia. Con la Polonia, in finale, il compito è stato il più facile del torneo: 11-0 per la Del Carretto sia contro Danuta Dmowska-Andrzejuk e Magdalena Piekarska, poi la gestione del vantaggio (26-13 dopo due terzi di gara) fino al trionfo. 

 

Trattasi anche di medaglia storica: la 10ª nella storia iridata della scherma nostrana, ma la prima a squadre, in una specialità, la spada, considerata da sempre la parente povera, e che da noi è sempre più vissuta di imprese collettive più che di ricami individuali. Un oro spuntato contro avversarie vere, superando nel caso della Del Carretto anche una stagione terribile, un infortunio severo al ginocchio che l'aveva costretta a una lunga riabilitazione. E che fa ben sperare per le Olimpiadi del 2012. A Pechino nessuna spadista italiana si qualificò per l'individuale, a Londra, dove la spada femminile a squadre tornerà in programma, arriveremo con un nucleo in piena maturità – la Moelhausen è dell'85 come la Del Carretto, la Quondamcarlo dell'84 – e abituato a tirare insieme da 10 anni. Peccato per la gioia sfiorata da Aldo Montano, Luigi Tarantino, Gianpiero Pastore e Diego Occhiuzzi nella sciabola. A scialare nell'assalto finale contro Dimitrescu tutto il vantaggio accumulato (40-34) stavolta è stato proprio il divo Montano. Ma non sempre bastano i tenori, a fare un coro. 

 

Fonte: La Stampa

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