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LA STAMPA: Cameron nuovo primo ministro brittanico

LONDRA
Il conservatore David Cameron è il nuovo primo ministro britannico, e verrà sostenuto da una maggioranza parlamentare formata con i Liberaldemocratici, che entrano nel governo come parte di una «vera e piena» coalizione con i Tory, nelle parole del neo-premier. La porta del numero 10 di Downing Street si è aperta dopo le dimissioni di Gordon Brown, date con un commosso addio e con un’immediata visita a Buckingham Palace dove ha consegnato le sue dimissioni a Elisabetta II, unite al consiglio costituzionale sul nome del suo successore: David Cameron. Che riporta i Tory a Downing Street dopo 13 anni, anche se in coalizione, un evento piuttosto raro per la politica britannica. I gruppi parlamentari dei due partiti devono dare l’ok all’intesa, ma il neo-premier sembra non temere sorprese.

Poco dopo l’uscita di scena di Brown, Cameron è giunto a Buckingham Palace, dove ha accettato l’incarico dalla Regina ed è diventato primo ministro dal momento in cui ha detto sì alla domanda della Sovrana : «Accetta di formare il nuovo governo?». Arrivato a Downing Street, dove lo attendeva una folla festante e qualche dimostrante, ha pronunciato un breve discorso annunciando che intende formare una «coalizione piena» con i liberal-democratici per «un governo solido, stabile e buono» che «affronti i problemi del paese, primo fra tutti »l’enorme deficit, problemi sociali e un sistema politico che necessita di riforme«. Cameron ha detto che è suo obiettivo «ricostruire la famiglia, ricostruire le comunità, ricostruire la responsabilità» ma anche «la fiducia nella politica». Ha reso omaggio al predecessore Brown «per il suo lungo servizio» e al Labour «grazie al quale la Gran Bretagna è più aperta al suo interno e più compassionevole all’estero». Il nuovo primo ministro ha ammesso che governare in coalizione «presenta difficoltà», ma ha aggiunto che con i Lib-dem si può immediatamente iniziare a lavorare insieme per affrontare i problemi del Paese. Cameron, dopo il breve discorso, è entrato per la prima volta da primo ministro all’interno del numero 10. I dettagli sull’intesa programmatica e sui nomi dei ministri emergeranno pienamente solo domani, ma si dà per certo George Osborne nuovo Cancelliere dello Scacchiere e c’è un ipotesi che vede Nick Clegg come vicepremier.

Commovente l’addio di Brown, come notato da molti commentatori: «Ho fatto questo lavoro non per il privilegio o il prestigio che ne deriva ma per la possibilità di servire le persone», ha detto Brown, che ha voluto quindi rendere omaggio alle truppe impegnate in Afghanistan. Egli ha quindi fatto i suoi auguri al successore, ha ringraziato la moglie Sarah (che era al suo fianco) «per il suo amore e per il servizio dato al Paese». Resta parlamentare, e fino alla nomina di un successore, Harriet Harman guiderà il partito. La svolta culminata con la nomina di Cameron a primo ministro è giunta al termine di una drammatica giornata che ha visto il fallimento del tentativo in extremis di accordo tra Laburisti e Liberaldemocratici, e la ripresa del negoziato tra questi ultimi ed i Tory, durato oltre cinque ore e mezza. E mentre le delegazioni conservatrice e liberaldemocratica tessevano per ore la trama dell’accordo, voci sempre più consistenti annunciavano le dimissioni di Brown, che prendeva atto che la sua concessione di ieri – via dalla poltrona entro settembre – non era bastata a superare le differenze programmatiche con Nick Clegg e i suoi, e anche una certa riluttanza dei big del Labour a dare vita a un accordo che avrebbe retto solo con una manciata di rappresentanti dei partiti minori a garantire la maggioranza assoluta ai Comuni.

Per i Liberaldemocratici, che hanno diffuso una nota, è stato subito chiaro che il partito del premier non era intenzionato davvero a fare concessioni, e che molti ministri preferivano andare all’opposizione. Finiscono dunque i 13 anni di egemonia del Labour, che si prepara stasera a una stagione all’opposizione, con i pretendenti allo scettro del capo che affilano le armi: primo fra tutti il ministro degli Esteri uscente David Miliband. Al governo da stasera c’è un giovane Conservatore di 43 anni, che guida un’inedita alleanza politica. Le prossime settimane e mesi, per lui, saranno ricchi di sfide.

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