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“Associazione Nazionale Alpini” – Sezione Brasile – realizou “Veglia Verde 2009” em SP

A "Associazione Nazionale Alpini – Sezione Brasile" realizou em SP nesta última sexta-feira o "Veglia Verde 2009", evento que homenageia os soldados alpinos italianos que enfrentavam os Alpes para defender a Itália nas Guerras Mundiais.

 

A comemoração, que foi feita no Circolo Italiano de São Paulo, começou com os hinos nacionais da Itália e do Brasil, seguiu com a oração dos Alpini feita pelo padrinho religioso da associação, Padre Giorgio Cunial, e com o discurso do presidente da entidade, Attilio Fania.

 

Em seguida foi servido o jantar que teve como cardápio a pasta, seguido de carne com purê.

 

Membros da Associazione Nazionale Alpini posam para as fotosAntes da sobremesa os alpinos se reuniram no palco para a sessão de fotos e para cantar diversos hinos que são símbolos da entidade.

 

Filhos e netos de soldados que faleceram durante as guerras estiveram presentes para representar seus ascendentes, e, além deles, estiveram presentes também uma delegação do Abruzzo, outra do patronato Acli, além do vice-cônsul, Marco Leone, do deputado italiano eleito na América do Sul, Fabio Porta, do presidente do Circolo Italiano de São Paulo, Giuseppe Bezzi, da presidente do COMITES, Rita Blasioli Costa, do presidente da Associazione Piemontesi nel Mondo, Giovanni Manassero, do presidente da Associazione Piemontesi nel Mondo de São Roque, Remo Lovisolo, do presidente da Associazione Italo-Brasiliana de Giornalismo, do Padre Giorgio Cunial, do presidente da Federazione Piemontesi nel Mondo do Brasil, Claudio Pezzilli, dentre outras personalidades.

 

Leiam sobre a história da Associazione na Itália

 

 

CENNI STORICI SULL'ASSOCIAZIONE ALPINI

 

Al termine della prima guerra mondiale un gruppo di reduci l’8 luglio 1919 costituì l’Associazione Nazionale Alpini. Avvenne a Milano, presso la sede dell’Associazione geometri, e fu l’inizio di una lunghissima marcia che dura tuttora.

 

Il primo presidente fu Daniele Crespi.

 

Nel settembre del 1920 viene organizzata la prima adunata nazionale sull’Ortigara. A quel primo appuntamento ne seguono altri venti per giungere, nel giugno 1940, a Torino: il secondo conflitto mondiale è alle porte e perciò, per sette anni la manifestazione è sospesa.

 

Nell’aprile del 1947, ricompare il giornale L’Alpino, anch’esso nato nel 1919 su iniziativa del tenente degli alpini Italo Balbo, poi noto esponente del fascismo.

 

Nell’ottobre del 1948 si svolge a Bassano del Grappa la prima Adunata del dopo guerra. Dopo la sosta del 1950 dovuta a ragioni tecniche, essa riprende senza più interrompersi.

 

Cittadini che hanno servito la Patria nelle truppe da montagna oggi guardano con preoccupazione l’assottigliarsi dei reparti alpini alle dipendenze del Comando Truppe alpine di Bolzano attuato dal Ministro della Difesa senza tener conto nè delle tradizioni nè della storia. Ma l’ANA è decisa a difendere le proprie radici.

 

Allo scopo di celebrare gli 80 anni dell’Associazione, dal 28 marzo al 9 ottobre 1999 si è svolta una lunga staffetta che ha portato il simbolo dell’ANA da Santa Teresa Gallura (Sassari) a Trieste, attraverso 189 tappe, staffetta composta da 180 squadre di 5 alpini in congedo ciascuna in rappresentanza delle 80 sezioni metropolitane (la sezione di Acqui Terme non era ancora stata costituita) e di 4 sezioni dislocate in Europa.

 

Al 2008 l’Associazione Nazionale Alpini presenta un organico di circa 383.911 soci, con 81 sezioni in Italia, 31 sezioni nelle varie nazioni del mondo, più 7 gruppi autonomi (4 del Canada, Colombia, Romania e Bulgaria). Le sezioni si articolano in 4.337 gruppi. Ai 312.452 soci ordinari si aggiungono 71.259 soci aggregati.

 

Fedele a sentimenti quali l’amor di Patria, l’amicizia, la solidarietà, il senso del dovere, l’Associazione ha saputo esprimere queste doti intervenendo in drammatiche circostanze, nazionali e internazionali – dal Vajont (1963), al Friuli (1976/77), dall’Irpinia (1980/81), alla Valtellina (1987), all’Armenia (1989), all’Albania a favore dei kosovari (1999), alla Valle d’Aosta (2000), al Molise (2002), con i volontari della Protezione civile che risultano essere oltre dodicimila. Capo della Protezione civile alpina è Giuseppe Bonaldi.

 

Tra le numerose opere a favore del prossimo l’Associazione ha costruito in due anni di lavoro volontario dei propri soci (1992/1993), un asilo a Rossosch, al posto di quella che fu la sede del comando del Corpo d’Armata alpino nel 1942, durante la campagna di Russia. Per i due anni di lavoro i volontari sono stati 721 suddivisi in 21 turni. Le ore di lavoro sono state 99.643. Nel settembre 2003, se ne è celebrato il decennale ed è stato inaugurato un parco con un monumento.

 

Analoga operazione su richiesta del vescovo ausiliare di Sarajevo, mons. Sudar, è stata condotta a termine nel 2002, per ampliare un istituto scolastico multietnico a Zenica (Bosnia) che ospita studenti delle tre etnie: bosniaca, serba e musulmana.

 

In Mozambico nella provincia dieci anni fa i nostri alpini in armi parteciparono alla operazione umanitaria disposta dalle Nazioni Unite in un paese sconvolto dalla guerriglia. In Mozambico l’Associazione ha costruito un collegio femminile, un centro nutrizionale di accoglienza per bambini sottonutriti e un centro di alfabetizzazione e promozione della donna.

 

Attualmente l’Associazione è nuovamente impegnata nel comune di Ripabottoni per la costruzione di una casa di riposo.

 

Un capitolo a parte merita l’ospedale da campo. Il 19 marzo 1994 l’Associazione ha inaugurato un nuovo ospedale da campo avioelitrasportabile, gioiello unico in Europa e forse nel mondo già impiegato più volte in occasione di pubbliche calamità. Ne è responsabile il dott. Lucio Losapio, primario agli Ospedali Riuniti di Bergamo. Il personale medico e paramedico è quello delle strutture sanitarie più avanzate. Ultimo intervento in ordine di tempo è stato compiuto a Kinniya nel Sri Lanka dopo il devastante tsunami. Per 6 mesi è stata attivata una parte dell’ospedale con medici, infermieri, personale tecnico e volontari della nostra Protezione civile.

 

Fonte: http://www.ana.it/index.php?module=ContentExpress&func=display&ceid=40

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