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ARIANNA CASALE, ANDREA ROSADA E MARINA CASTROVILLARI: “La Citta’ Di Firenze – Breve Storia”

La città di Firenze, oggi capoluogo della regione Toscana, trova le sue origini nella colonia romana fondata nel 59 a. C. della quale si riconoscono ancora oggi tracce della centuriazione nelle strade del centro cittadino.


Nel periodo romano Firenze è una delle principali città dell’Etruria Settentrionale, è collegata da strade consolari e municipali, è un importante luogo di mercato ed è sede di attività commerciali.

 

La crisi dell’impero romano e le invasioni barbariche nell’alto medioevo portano la città alla decadenza, con una conseguente diminuzione della popolazione , tantè che la cinta bizantina (541-544 d. c.) aveva un perimetro molto ridotto rispetto all’estensione della città romana.

 

Alla fine del VI secolo Firenze viene nominata dai Longobardi, ma solo nell’epoca carolingia (8° e 9° secolo) la città inizia la sua espansione, attirando gli abitanti dalle campagne vicine. L’imperatore Lotario unisce Fiesole e Firenze in una sola contea e fa costruire un nuovo ponte sull’Arno, in sostituzione del ponte romano distrutto nel VI secolo durante le lotte tra Goti e Bizantini.

 

Nell’ XI secolo Firenze conta circa 20.000 abitanti, dopo la morte della contessa Matilde nel 1115, la città costituisce già di fatto la forma di Comune (il riconoscimento ufficiale avverrà solo nel 1183) ordinato in una organizzazione di consoli e assemblee popolari che si tengono 4 volte all’anno nella Cattedrale di Santa Reparata.

 

Alla fine del XII secolo la città dentro le cinta murarie si presenta molto compatta, con unità edilizie alte e strette, dalle quali spiccano numerose torri. Fuori le mura invece sono presenti nuovi borghi.

 

Nel 1193 si passa dal regime consolare a quello podestarile (già adottato in altri comuni) con la nomina del primo podestà che dapprima è un cittadino e poi, dal 1207 uno straniero per garantire imparzialità nelle lotte tra le varie fazioni della città.

 

In questi anni vi è una forte espansione della produzione e dei commerci che porta ad un forte aumento di popolazione nelle aree lungo il fiume. Vengono così costruiti nuovi ponti sull’ Arno per collegare le due parti di città: ponte Novo 1218-1220, ponte Rubaconte 1237. Questi si trovano rispettivamente uno a valle e l’altro a monte di ponte Vecchio. In corrispondenza della costruzione dei nuovi attraversamenti sul fiume si sviluppano nuovi quartieri della città.

 

Tra il 1282 e il 1283 inizia un nuovo periodo della vita politica fiorentina chiamato il secondo popolo: un regime borghese dove le arti maggiori (cioè la borghesia d’Affari) introduce nel governo organi e istituzioni della propria fazione.

 

Nel corso del XIII secolo Firenze ha un forte aumento della popolazione, passando da 50.000 abitanti nel 1200 a 95-100.000 abitanti nel 1300. Questa espansione è dovuta alla forte immigrazione dal contado e porta ad una espansione della città fuori dalle mura. Si realizza così una nuova cerchia muraria lunga 8500 metri che racchiude 430 ettari. La scelta è stata quella di fare le mura più ampie in previsione di uno sviluppo futuro. I lavori iniziarono nel 1284 e terminarono nel 1333.

 

Duomo di FirenzeFin dall’inizio del XIV secolo a Firenze si manifestano i segni di una profonda crisi che tocca tutti i settori. Incide anche sulla produzione architettonica, ma nonostante tutto vi è in città una forte volontà culturale che porta a intervenire su Santa Croce e Santa Maria Novella. Le grandi opere che si possono segnalare in questo periodo sono: il Campanile di Giotto 1334-1359, la Loggia del Bigello 1352-1358, la Loggia della Signoria 1374-1381 e il nuovo Orsanmichele 1337-1404.

 

Nella seconda metà del XIV secolo le lotte interne tra borghesia d’affari e artigiani si fanno sempre più dure e portano all’esaurimento delle energie popolari che erano capaci di rinnovare la città. Si arriva così a un governo oligarchico fino al 1434 e poi sotto la famiglia Medici. Un riflesso importante di queste guerre è la riforma del catasto, 1427, che costituisce oggi una preziosa fonte di storia sociale, economica e urbana.

 

Tra il 1420 e il 1446 Brunelleschi è il personaggio più importante presente in città. Nel Medioevo si possono mettere in evidenza Giotto e Arnolfo di Cambio, nel rinascimento colui che si occupa delle fabbriche più importanti della città e senza dubbio Filippo Brunelleschi. Le sue opere si inseriscono in un contesto urbano medioevale ben definito nelle sue misure fondamentali.

 

Nel XV secolo nell’edilizia privata si sviluppa una nuova tipologia abitativa, predominante nella classe borghese: il palazzo. Questa tipologia tende a costituirsi come blocco autonomo che nella sua configurazione non prevede la possibilità di aggregazione con altri edifici. Tra i palazzi più importanti della città fiorentina si possono ricordare: palazzo Medici, palazzo Strozzi, palazzo Pitti e palazzo Rucellai.

 

Gli ultimi anni di questo secolo segnano un momento di profonda crisi per Firenze. Si arriva nel 1512 con il ritorno della famiglia Medici, che era stata espulsa dalla città negli anni precedenti. I Medici acquistano il titolo ufficiale di duca e poi granduca e tentano di affermare il loro prestigio anche con interventi in città.

 

Alessandro de Medici impone quella che i fiorentini chiamano la tirannia, nel 1532 vengono create nuove istituzioni e molte opere pubbliche vengono distrutte. Alessandro de Medici viene assassinato nel 1537 e Cosimo de Medici stabilisce un regime autocratico. La città si trova in un momento di profonda crisi,  con un forte calo demografico. Aspira a mantenere l’ordine nella città e lo si può notare nelle opere da lui commissionate come gli Uffizi, ponte S. Trinità e i rifacimenti di Santa Maria Novella e Santa Croce. 

 

L’idea degli architetti del periodo che si trovavano a lavorare a Firenze era quella di trasformare la città, ancora fortemente medievale nella sua struttura, con l’introduzione di nuovi edifici monumentali come generatori di sviluppi futuri.

 

Si devono a Cosimo de Medici grandiosi interventi a livello architettonico e urbanistico che si possono vedere a Firenze tra il 1555 e il 1565. Tra questi ci sono: il rinnovamento di Palazzo Ducale, l’ampliamento di Palazzo Pitti. Vengono chiamati a lavorare su questi progetti il Vasari e Ammannati che riescono a interpretare il pensiero di Cosimo e a tradurlo in architettura.

 

L'estinzione della dinastia dei Medici e l'ascensione nel 1737 di Francesco Stefano, duca di Lorena e marito di Maria Teresa d'Austria, portò all'inclusione della Toscana nei territori della sfera d'influenza asburgica.  Durante il regime di Pietro Leopoldo vengono attuati diversi provvedimenti per migliorare le cattive condizioni igieniche in cui la città versava già da tempo. Si decide di affidare la manutenzione delle strade e dell’impianto fognario al comune che doveva provvedere a mantenerli in buono stato utilizzando i soldi dei cittadini. Verso la fine del settecento e poi nell’ottocento si possono vedere in città interventi di ammodernamento delle strutture edilizie, con il rifacimento delle scale e del disegno della facciata.

 

Nell’ottocento si vede in città l’occupazione napoleonica. Sul piano urbanistico questo cambiamento comporta molti effetti. Vaste aree e strutture edilizie vengono riutilizzate con funzioni differenti da quelle svolte fino ad allora. Questa mobilità funzionale porta però ad un’accentuazione dello squilibrio fra aree tradizionalmente destinate e a servizi pubblici  e aree emarginate dove prevale la residenza.

 

A livello urbanistico Del Rosso è il personaggio principale dell’epoca. Si occupa di progetti e di proposte importanti per i cambiamenti della città. A lui si deve il riordino del centro cittadino, i progetti per l’ingrandimento della pizza del Battistero e l’allargamento di molte vie cittadine.

 

Il regno della dinastia austriaca finì prima per mano della Francia e poi definitivamente quando 1859, la Toscana venne annessa così al Regno di Sardegna poco prima che diventasse Regno d'Italia nel 1861. Firenze prese il posto di Torino come capitale d'Italia nel 1865, su richiesta di Napoleone III in base alla Convenzione di Settembre, finché l'ambìto ruolo non fu trasferito a Roma sei anni dopo, quando questa fu annessa al regno. Nel XIX secolo la popolazione di Firenze raddoppiò, e triplicò nel XX con la crescita del turismo, del commercio, dei servizi finanziari e dell'industria.

 

 

La città non è preparata ad essere capitale di una Nazione, è ferma dal cinquecento, perfetta nelle sue forme ma la vita che vi si svolge è quella di un grande paese. Si trova a dover accogliere 15-20 mila persone che costituiscono i quadri del nuovo governo, ma non ha le strutture adeguate, mancano gli alloggi.

 

Per fronteggiare la richiesta di abitazioni da parte della popolazione più povera vengono costruite case prefabbricate in ferro e legno, che dopo il trasferimento della capitale a Roma si svuotarono quasi tutte per le pessime condizioni abitative.

 

Giuseppe Poggi si occupò delle esigenze urbanistiche e architettoniche ella città, proponendo delle misure di intervento.

 

L’aumento di popolazione richiede il reperimento di aree per poter espandersi, risulta così necessario l’abbattimento della cinta daziaria. I lavori iniziarono nel 1864 e verranno poi terminati nel 1869. Le pietre delle mura demolite vengono riutilizzate nelle pavimentazioni delle strade e delle piazze. L’importanza del piano di Poggi sta nell’essere riuscito a realizzare grandiosi interventi di espansione della città in poco tempo.

 

Dopo il trasferimento della capitale a Roma, il comune si trova in stato fallimentare per l’enorme massa di lavori intrapresa.

 

La popolazione diminuisce notevolmente. In questo quadro continuano comunque i lavori di risanamento del vecchio centro della città.

 

Nella metà del XIX secolo la crescita e le trasformazioni secondo nuove dinamiche portano alla perdita dell’equilibrio strutturale della città antica e all’invasione urbana del territorio. Da questo momento in poi, fino ad oggi, le attività hanno portato ad una disintegrazione del forma urbana, la struttura antica non è sufficiente a risolvere tutte le esigenze urbane.

 

Negli anni dell’ultimo dopoguerra la storia di Firenze non è più costruzione di valori, ma l’imporsi della dinamica spontanea della città come somma di risultato voluti da dagli interessi dei singoli.

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