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Eleições gerais no Brasil são destaques nos principais veículos de comunicação da Itália

As eleições gerais ocorridas neste último domingo, dia 05 de outubro em todo o Brasil, foram destaques nos principais veículos de comunicação da Itália. A disputa no segundo turno entre a atual presidente Rousseff, do PT, e o candidato Aéceo Neves, do PSDB, foram noticiadas como a grande surpresa das eleições, sobretudo pela pouca diferença de votos entre os dois candidatos. 

 

O jornal "Corriere della Sera" destacou o seguinte: "Chi ha paura di Dilma II? Da molti anni la vigilia di una elezione presidenziale in Brasile non era così nervosa. Con ogni probabilità il voto di oggi non sarà risolutivo: i sondaggi indicano una tendenza al ballottaggio, previsto per il 26 ottobre. Dilma Rousseff, la presidente in carica, è saldamente in testa e rimane la grande favorita in tutti gli scenari. Il che sta provocando da giorni una piccola burrasca finanziaria: dollaro alle stelle, Borsa a picco, fuga di capitali. Quasi come nel 2002, alla vigilia della prima elezione di Lula, all’epoca visto come spauracchio dai mercati. Poi tutto rientrò e il Brasile iniziò un periodo formidabile di crescita e riduzione della povertà, anche grazie alla conversione all’ortodossia economica dell’ex sindacalista arrabbiato".

 

Já o piemontês "La Stampa", criticou duramente o atual governo da petista: "La Rousseff non è mai stata amata dal mondo imprenditoriale, né dai mercati. E lei ricambia. Ora il timore è che un secondo mandato porti alla radicalizzazione di alcune sue convinzioni. In campagna elettorale Dilma ha negato che il Brasile, da tempo a crescita prossima allo zero, abbia un problema di inflazione o di squilibrio fiscale, contro tutte le evidenze. La colpa, dice lei, è la perdurante «crisi internazionale». Sotto il suo governo, la spesa pubblica è cresciuta e alcuni prezzi (benzina, energia) sotto stati tenuti artificialmente sotto controllo. È saltato il rigore dei conti voluto per otto anni da Lula, ed è cresciuto l’interventismo dello Stato in economia. I più pessimisti arrivano a prefigurare per il Brasile un futuro populista, in salsa argentina o venezuelana. Anche in altri campi la Rousseff ha espresso convinzioni che hanno fatto rumore. Prima indicando la necessità di «un controllo economico dei media», poi salendo sulla pedana dell’Onu a New York per condannare, unico leader occidentale, l’uso della forza contro l’Isis. Solo propaganda elettorale? «Non credo, la Rousseff è molto testarda e ideologica, c’è un timore vero per le sue prossime mosse – dice il top manager di una multinazionale, che preferisce l’anonimato -. Crede al controllo dell’economia, non delega e non ascolta consigli. Persino quelli di Lula, che l’ha creata come leader»".

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