Festival di SanremoMúsica Italiana

FESTIVAL DI SANREMO 2019: Il meglio e il peggio della terza serata

Lo stacchetto di Virginia Raffaele e la grandissima Ornella Vanoni è da standing ovation. La signora della musica italiana – con un completo rosso fuoco, esattamente quello dello scorso anno – si vendica di Virginia, prima però insiste per cantare. «Non sei in gara anche quest’anno», avverte la Raffaele. «2018, 2019, ma è tutto uguale non è cambiato niente, navighiamo a vista», commenta la Vanoni, che poi prova a prendersi la sua rivincita: «Mi hai rovinato la vita facendomi passare per una rimbambita, una rincoglionita, una maniaca sessuale…Stai zitta! Quando sei andata da Carlo Conti a fare la mia imitazione, ho passato un anno di inferno! Tutti i tassisti mi chiedevano se fossi stata a Sanremo, sono andata in crisi di identità».

Le battute tra le due continuano a raffica finché non arrivano sul palco Patty Pravo e Briga, pronti per cantare Un po’ come la vita. Ma la Vanoni si mette in mezzo e va a salutare la collega, anche se Virginia le dice che non può. «A una certa età si fa quello che si vuole», conclude Ornella. Applausi, meritati.

Epico il medley di Tozzi e Raf. Tutto l’Ariston in piedi (salta e canta pure la sala stampa). Il battito animale, Ti pretendo, Tu e Gloria sono incise nel vocabolario della canzone nostrana. Il pubblico acclama i i due artisti a gran voce, tanto che Tozzi accenna anche Si può dare di più. Gran finale con il dirottatore artistico sulle note di Gente di mare. Cantano tutti anche quando sale in cattedra Antonello Venditti che non tradisce le aspettative della platea con Sotto il segno dei pesci.

Non tanto memorabile, invece, l’esibizione di Alessandra Amoroso, ospite all’Ariston  in occasione dei  dieci anni di carriera. Dopo aver cantato si emoziona e scoppia a piangere. Non contenta, ringrazia pure mamma e papà. Manca solo l’appello alla «pace nel mondo».

Per le gag comiche è un calvario. La prima però non è così male, il gioco della puntina che salta mette in mostra ancora una volta il talento di Virginia Raffaele. Bisio, invece, insiste a leggere i tweet senza senso che gli arrivano, stavolta ne commenta uno sul traffico di organi. Francamente, ne faremmo a meno.

Niente da fare nemmeno per le gag di coppia. Bisio e la Raffaele sono ancora in fase di rodaggio. Speriamo che entro sabato ne azzecchino una. Il loro invito all’armonia su Ci vuole un fiore si trasforma in un litigio poco comico. lei continua a sbagliare le parole della canzone e al posto di “fiore” dice “fiordo”, poi “fluoro”, poi “flipper”. L’armonia scompare quando Bisio si infuria con la Raffaele per gli errori. «Sai quanto ci tengo alla precisione», dice il comico. Alla fine arriva un coro di bambini, e anche loro sbagliano dicendo «filtro».

Di peggio c’è solo Rovazzi, anzi le canzoni di Rovazzi perché in realtà il suo sketch è divertentissimo. Parte con il tormentone Andiamo a Comandare, poi per fortuna arriva la svolta comica. Il maestro d’orchestra che lo accompagna alla richiesta di fare un altro pezzo risponde cosi: «No, basta. Ho toccato il momento più basso della mia carriera». E se ne va. Recuperato il sostituto, purtroppo Fabio si lancia in Tutto quello che voglio. (La Stampa)

 

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